One Planet Living. L'unica Terra che abbiamo. - Aspis Wear

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Di Francesco Lolli

L’One planet living è l’idea per cui tutti noi viviamo sull’unico pianeta che abbiamo a disposizione. E’ un concetto razionalizzato dal WWF negli scorsi anni e rilanciato da numerose iniziative locali e internazionali fino a creare vere e proprie comunità, stimolato attivisti e creato posti di lavoro dal volontariato al manageriale.

Il progetto, di impronta planetaria già dal titolo, è volto a sensibilizzare la comunità mondiale riguardo il fatto che non ci sono piani B o pianeti di riserva da consumare ed è l’erede di quello che una volta era l’articolo 21: L’invito (non vincolante) a correre ai ripari rivolto ai singoli paesi firmatari e non riguardo inquinamento e surriscaldamento globale dopo i convegni del protocollo di Kyoto del 1997.

A 20 anni di distanza possiamo verificare in prima persona come e quanto un invito non vincolante rivolto a nazioni le cui economie in competizione avrebbero risentito negativamente all’adozione di una meno competitiva politica ambientalista in piena corsa industriale abbia avuto successo praticamente nullo e la domanda, l’invito e l’esortazione sono passati al diretto erede e responsabile delle politiche ambientali: Il singolo cittadino.

Perché TUTTI facciamo parte di questo programma in quanto tutti viviamo e siamo responsabili di questo pianeta, del contributo che possiamo dare alla sua salvaguardia e dell’impronta energetica in termini di sprechi, consumi e inquinamento che ci lasciamo alle spalle.

Non è più dalla grande industria che proviene il più alto livello di consumo e inquinamento, ma dalle singole abitazioni e dalle abitudini alimentari e di vita dei loro abitanti e proprio su cibo, trasporti ed energia.

I dati raccolti dal WWF international al riguardo parlano chiaro: dal 1970 a oggi il pianeta ha perso il 70% della popolazione mondiale di vertebrati in seguito a inquinamento e deforestazione e il 38% dei pascoli naturali, equamente suddiviso in 4 continenti, è stato espropriato da allevamento e agricoltura intensivi che a loro volta consumano il 70% dell’acqua dolce di cui facciamo uso.

Cosa possiamo fare quindi?

Il programma verte su una serie di punti da cui tutti, chi più chi meno, possiamo prendere spunto:

Alimentazione: Il primo e più modo in cui possiamo contribuire al benessere del nostro pianeta (e al nostro) riguarda quello che mettiamo nel piatto tutti i giorni. L’agricoltura intensiva si è estesa sui quattro continenti in proporzione simile e occupando il 38% dei pascoli naturali, E l’economia attuale si basa su una produzione ipertrofica e geo localizzata finalizzata alla superproduzione e alla conservazione di prodotti destinati al commercio internazionale. Tutto questo mentre ad oggi un miliardo di persone sono sotto la soglia della fame e le stime attuali danno la popolazione mondiale in crescita di tre miliardi di unità entro la fine del prossimo decennio. Un piccolo, semplice passo che si può fare è equilibrare la propria dieta in modo da limitare l’impatto ambientale del nostro consumo quotidiano.

Innanzitutto eliminando gli sprechi, un gesto di per se sempre importante, e poi scegliendo prodotti a Km Zero e di stagione che sono in primo luogo i più salutari che possiamo trovare sul mercato, generalmente non conservati e contribuendo a un rilancio territoriale dell’agricoltura. Le innovazioni tecniche e architettoniche poi stanno facendo nascere nelle maggiori città numerosi ‘’orti verticali’’, che possono aggiungersi al piccolo orto che chiunque, con soddisfazione, può coltivare da se. Anche il consumo ittico è da prendere in considerazione: basta diversificare i tipi di pesce che mettiamo in tavola per contribuire a pesare meno sulle singole specie.

Materiali e Riciclo: L’inquinamento dei mari e le discariche galleggianti, a cielo aperto o sepolte che ci circondano sono la cartina a tornasole della situazione. Il consumismo sfrenato e la politica di usa-e-getta degli ultimi decenni hanno contribuito all’inquinamento materiale e chimico del pianeta, e i primi a contribuire alla produzione sfrenata ne sono gli acquirenti. Complice anche la crisi economica possiamo renderci conto di come convenga riutilizzare il più possibile i prodotti a disposizione e questo può essere fatto tornando a puntare sulla qualità e l’utilità degli oggetti del nostro quotidiano, dalle posate ai vestiti agli utensili che riempiono le nostre case e di cui siamo proprietari e responsabili. 

  Basti pensare alla cannucce o alle posate di plastica che dopo un solo utilizzo vengono gettate e quasi mai riciclate: basta pensare a come essendo abituati a lavare e riporre piatti, forchette e coltelli basti a scongiurare lo spreco di migliaia di tonnellate di plastica in un giorno o alla storia della DumDum Republic di Paestum: un pastificio che ha fatto rinascere gli ziti a nuova vita come cannucce a zero impatto.

Trasporti e Energia: Cosa mangiamo, cosa consumiamo e cosa facciamo dipende da noi. Gli spostamenti meno in quanto ormai siamo ostaggio della rete di trasporti che ci circonda. Prendere la bici o fare una sana passeggiata spesso non basta o non è possibile, ma possiamo ancora scegliere di condividere un viaggio in auto o azzerare rischi e code prendendo i mezzi pubblici. Fortunatamente molte città stanno reinvestendo sul trasporto pubblico e sopratutto sulla sua efficienza: l’elettrico è il motore del nuovo millennio, su questo non ci piove, ma come ottenere l’elettricità è il nocciolo della questione: Le nuove ricerche scientifiche e in primo luogo esempi di paesi come l’Olanda o la Germania indicano come con il giusto investimento si possa sostentare un paese con energie pulite, rinnovabili e naturali quali sole, acqua e vento e, il prossimo grande passo dovrà proprio essere quello di spegnere inceneritori e centrali nucleari, renderci conto che nel momento in cui la forza del vento è in grado di sostentare una città è paradossale che questa continui a bruciare carbone per far bollire dell’acqua.

L’one planet living è tutto questo e molto di più: E’ ogni singolo gesto che viene compiuto da ognuno di noi per contribuire a mantenere in salute il pianeta e il mondo che ci circonda. E’ la serie di piccoli gesti quotidiani che ci rende più sani, felici e disciplinati in un certo senso perchè contribuisce a livello personale a stimolare la nostra attività, uscire dalla routine per pensare a noi stessi in primo luogo e responsabili verso noi stessi e gli altri.

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